Il Palazzo

Il palazzo che per oltre quattro secoli fu la sede del Monte di Pietà è un edificio tardo-rinascimentale, dall’elegante facciata in bugnato. Non se ne conosce l’architetto; presenta affinità stilistiche con il Palazzo Comunale, costruito negli stessi anni da Filippo Terzi: come questo infatti ripropone sia la facciata in bugnato sia la scansione in tre ordini, dei quali il primo a loggiato, il secondo con grandi finestre edicolate ed il terzo con bucature strette e lunghe.

Gli ambienti dell’edificio sono disposti su tre lati di un cortiletto interno provvisto di pozzo e porticato su uno dei lati. Le porte che si aprono sui due corridoi del piano terra e del primo piano sono provviste di un’elegante incorniciatura modanata su cui sono posti dei busti di gusto classico.
Molti ambienti del piano nobile conservano l’originario soffitto ligneo a cassettoni ottagonali; quelli del piano servile sono stati trasformati nel tempo per renderli idonei al ruolo di magazzini e depositi dei pegni. Il recente restauro ha qui consentito il recupero di vasti ambienti di notevole dignità architettonica.

Il collegamento fra i vari piani è assicurato dallo scalone, meno fastoso di quello di altri edifici, e - sul lato meridionale - da un'elegante scala a chiocciola in arenaria ottimamente conservata.

Palazzo Cattabeni: la cappellina

Come era consuetudine, Francesco Seta volle provvedere il suo nobile palazzo anche di una cappellina per la devozione privata. Si tratta di un piccolo ambiente preceduto da un breve vestibolo. Ciò che oggi lo caratterizza principalmente è il soffitto a padiglione dipinto a grottesche e medaglioni con scene sacre. Le decorazioni sono trattate con un tono di rosso aranciato che, a giudizio di Luisa Fontebuoni, ricorda lo stesso colore usato dal pittore durantino Giorgio Picchi (1551-1605). "La decorazione a grottesche è libera, briosa, con figurine alate, altre reggi-tabella acrobatiche ed ariose" (Fontebuoni).
Le scene sacre raffigurate nei medaglioni si riferiscono alla vita della Madonna e raffigurano: l'Annunciazione, la Visitazione, la Nascita di Gesù, la Presentazione al tempio.
La quinta scena, posta al centro del soffitto, è di interpretazione più problematica e sembra rappresentare la Madonna che offre rose (simbolo del rosario) a una coppia di sposi (forse Francesco Seta e sua moglie) alla presenza di altri tre personaggi. La cappellina è certamente coeva alla costruzione del palazzo e ne costituisce un aspetto particolarmente prezioso e suggestivo. Nel corso del tempo fu però abbandonata e adibita a tutt'altro uso. Fu riscoperta, restaurata e adeguatamente valorizzata nel corso dei lavori di consolidamento del palazzo effettuati nel 1964 sotto la presidenza di Olivio Casoli.